Un libro di fisica ‘autentica’ – attributo il cui significato andrò a illustrare verso la fine – messo nelle mani di un lettore curioso e pur scolasticamente preparato, ma che associ allafisica il Big Bang o le onde gravitazionali o il teletrasporto, lo troverebbe senza dubbio un prodotto da museo della fisica. L’invito a leggere temi di meccanica, di calorimetria e di ottica elementare gli suonerebbe come se a un astrofisico professore di una prestigiosa università degli States venisse proposto di sospendere la sua ricerca per rivolgere l’attenzione allo studio del moto rettilineo uniformemente accelerato, materia seicentesca contemplata in ogni libro di testo di fisica destinato ai bienni delle scuole di primo grado. Ebbene sarebbe sorpreso nel sapere che molti fisici impegnati in ricerche di frontiera nei loro libri di divulgazione scientifica seri partono proprio da temi apparentemente elementari. Perché lo fanno? Perché non entrare direttamente nel cuore dei problemi della fisica del XXI secolo che tanto affascina l’uomo comune? Lo si capisce solo se pensiamo che trascorsero ben due millenni perché solo 400 anni fa un pisano di nome Galileo chiarì che il mezzo in cui si muove un grave non ha alcuna influenza sul moto se non quello di frenarlo ma che, tolto tale impedimento, il corpo continuerebbe a muoversi senza bisogno di alcun carburante per mantenerlo in movimento. Ebbene, questa intuizione dimostrata matematicamente e provata con l’esperimento, ha dato vita alla